Tema del prossimo trentaquattro

Vuoi che il tuo articolo entri a far parte della prossima edizione cartacea di trentaquattro? Utilizza tra le 3800 e le 4000 battiture (compresi gli spazi), allega almeno un'immagine, dai un titolo all'articolo, firmalo e rispetta il tema della prossima edizione: Expo 2015.
Se, invece, vuoi comparire soltanto online, scegli il tema che più ti interessa e dai liberamente potere alla tua voce!

Saturday, May 9, 2009

Occhi aperti sull'expo

Da parecchio ormai si sa che mafia e ‘ndragheta le abbiamo pure al nord.
Il pericolo mafioso non è correttamente percepito e controllato: nel nord Italia si pensa molto di più ai rom, alla crisi e al prezzo delle mele.
Il fatto che non ci si spari per strada (che tra l’altro non è del tutto vero) lascia tutti gli elettori con il cuore in pace.
Gomorra è specchio di una realtà del sud. Impastato stava a Cinisi e Falcone e Borsellino sono legati solo a Palermo.

Nel 2015 a Milano sbarca l’expo, e le cosche hanno pensato bene di accoglierlo a braccia aperte, spalleggiate dalla crisi, che scaccia rimorsi di coscienza e favorisce la connivenza degli imprenditori.

L’imprenditore si trova allora stretto tra le violenze della mafia calabrese e il fallimento della propria attività: il passo per diventare i prestanome di qualche boss della Brianza è molto breve.

Dopo aver dato sfoggia di sé a Buccinasco, Corsico e Cesano Boscone, la ‘ndrangheta è pronta a fare il colpo grosso con i ghiotti appalti della Milano 2015. E dopo problemi legati all’assegnazione delle poltrone nel CDA dell’Expo e delle fisime morali di cancellare l’expo per aiutare la ricostruzione dell’Abruzzo, il primo cittadino Moratti si trova a dover fronteggiare l’imprenditoria mafiosa.

Il 6 marzo scorso il Consiglio Comunale di Milano ha votato l'istituzione di una "Commissione d'inchiesta sugli interessi mafiosi attivi nel territorio milanese", dopo che appena nel 2008 la richiesta di una simile commissione era stata assurdamente respinta. La commissione purtroppo non è stata istituita ad hoc per l’expo e si troverà quindi a dover fare i conti prima con spaccio, riciclo di denaro e teste di cavallo mozzate e soltanto poi potrà occuparsi delle colate di cemento che potrebbero portare grossi introiti alla malavita organizzata.

La DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) ha redatto un rapporto in cui spiega come la mafia abbia spartito e trattato i propri interessi ancora prima che i lavori per l’expo avessero inizio: Varese Como e tutta la Brianza hanno fatto da moltiplicatori di interessi. Adesso le varie famiglie si trovano già a dover regolare i conti al loro interno: bruciano ruspe e gru, e a soddisfare richieste di imprenditori esasperati, che poverini chiedono che si “spacchi la testa ai capi sindacalisti”.

I problemi adesso sono essenzialmente due.

Il primo riguarda l’atteggiamento generalizzato della tolleranza delle mafie. Aver fatto l’abitudine a certe infiltrazioni che proprio perché non portano (sempre) il morto per strada si tende ad accettare e a dare per necessarie in determinati ambienti, dal quartiere di periferia fino alla realtà degli appalti.

Il secondo è il sottovalutare il problema mafia: nonostante l’istituzione della suddetta commissione, il comune ha preso la cosa un po’ troppo alla leggera, pensando di affidare il problema alla sola magistratura, della cui indipendenza mi sento ormai di dubitare. A questo proposito il procuratore aggiunto di Palermo, Anontonio Ingoria, ha proprio parlato di sottovalutazione e convivenza, per un aspetto, quello delle infiltrazioni mafiose, che gli amministratori del nord non sono abituati a gestire.

Del resto anche De Magistris (ex pm, candidato alle elezioni europee 2009 per Idv) ci ricorda che la criminalità organizzata sta perfezionando le proprie tecniche di investimento immobiliare. Al contempo lo stato e le istituzioni fanno un po’ il passo del gambero: da un lato facendo buoni interventi, per contrastare la criminalità organizzata, dall’altro volgendo lo sguardo altrove, ignorando i segnali più preoccupanti.

Daje regè occhi aperti!



Lorenzo Piatti