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Tuesday, August 25, 2009

La squadra non si cambia, anche se perde




Forse un pò inflazionato (ridere eh?) come discorso, ma mi ostino a voler capire quali siano gli antidoti per questa depressione economica. Nel momento in cui scrivo non sono ancora il massimo esperto di economia mondiale, quindi nonostante l'istinto mi dica di guardare alla Cina di Mao per cercare di capire cosa succederà in Europa tra qualche mese, seguo il parere dei professoroni e tengo d'occhio le Americhe.


Obama gioca in posizione di difesa Ben Shalom Bernanke, made in USA, Harvard e Princeton alle spalle, ha parecchie simpatie per la parte repubblicana della vita politica statunitense, ma se Obama avesse deciso di non rinnovare il mandato del timoniere della FED, avrebbe confessato la scarsa fiducia negli sforzi che la Banca Centrale ha finora fatto per uscire dalla crisi.


Bernanke si prende (per altri 4 anni) "il compito di costruire una crescita solita, rispettando la stabilità dei prezzi"... Buona fortuna.

Il problema è che la disoccupazione aumenta, e il potere di acquisto delle famiglie quindi diminuisce. La ricetta dei bei vecchi tempi andati prescrive di sostenere le banche (ecco per uscire dalla crisi attuale si è deciso di salvare le grosse banche, responsabili della crisi stessa... e 70 anni fa'?) con una flebo di introiti della banca centrale, in modo da aumentare la liquidità quindi i consumi e far ripartire la ruota, e questo ci porta al secondo aspetto, cioè la stabilità dei prezzi. Per ora la questione non è un problema, almeno per le Americhe, visto che il rischio ATTUALE della politica monetaria (tassi di interessi a zero) è piu verso la deflazione...


Ma il buon Bernanke deve stare attento a non lasciare la flebo troppo attaccata, se la Banca Centrale infatti eroga troppi prestiti, come è chiaro, si crea inflazione e si torna a weimair, senza passare dal via ritirare le 2000 lire. La Casa Bianca dice che il pil 2009 si contrarrà nei mesi seguenti più del previsto, scendendo del 2,8%, per poi segnare incrementi rispettivamente del 2% e del 3,8% nel 2010 e nel 2011. Tassi di crescita che non basteranno però a rilanciare il mercato del lavoro, che avrebbe bisogno di una spinta maggiore: nel prossimo anno e mezzo il tasso di disoccupazione raggiungerà per qualche tempo il picco del 10%, per chiudere il 2009 al 9,3% e il 2010 al 9,8%.


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